Albino Galvani
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A.Mistrangelo
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      Conterosito - Componenti  (acrilico su tavola cm70x70)
L'opera recente (1975) di Nino Conterosito rappresenta la migliore conferma di quello spirito di ricerca, insieme libero e rigoroso, che costituisce il tratto saliente della sua personalità, tanto sotto l'angolo artistico che sotto quello umano. Infatti, sin dai primi incontri, quando ancora era uno stu dente di scenografia dell'Accademia Albertina di Tonino, ciò che in lui colpiva maestri e compagni, era la straordinaria generosità, non priva di un sottile tratto d'ironia e di un vivace gusto polemico, nello spendersi, con tutta la foga dell'entusiasmo giovanile, nel lavoro, e insieme, il senso di autocritica, l'ansia di approfondimento, che accompagnava questo impegno baldanzoso e ostinato. Riuscir a tenere insieme la versatilità delle diverse esperienze formative senza tradir la spontaneità e la coerenza della propria linea di sviluppo non è davvero per un artista, e soprattutto per un giovane artista, cosa facile, ma, nel caso di Conterosito, l'esigenza di questa unificazione ha sempre accompagnato ogni suo passo.
Il punto raggiunto attualmente da Conterosito e il carattere della sua recente operativit
à confermano, anche sotto il profilo formale, questa sua capacità di mediazione fra istanze opposte e, apparentemente, inconciliabili. Sarebbe infatti difficile, di fronte a questi quadri, dire se in essi è prevalente il momento istintivo, quel bisogno di dar corpo a un tessuto cromatico e materico in continua vibrazione, o l'esigenza di creare a quell'impulso un argine razionale; di stringerne l'empito nei parametri di una struttura modu lare che assicuri l'ordine geometrico della composizione. La realtà è che, per l'artista come per il fruitore, i due momenti risultano inseparabili anche se distinti, come i poli di una tensione emotiva ed operativa che agisce dialetticamente. Se i grandi margini bianchi che da tempo inquadrano le intense superfici dipinte nei suoi quadri, oggi s'insinuano in quegli stessi campi trasformandone il senso di centripeto in centrifugo, questo spostamento si esperisce come la realizzazione di una delle possibilità di operazione sullo spazio che la pittura di Conterosito potenzialmente implicava sin dalle sue precedenti esperienze. S'intende, operazione su di uno spazio localmente qualificato dalla materia e dal segno, da quello scavo o sgraffio con cui si costituiva, entro la superficie colorata, la qualità segnica dell'intervento operativo. Questo spazio è da tempo, nell'opera di Conterosito, uno spazio che non si dilata indefinitamente, ma che « buca » l'indeterminata superficie con una ben circoscritta finestra; ma, nelle opere ultime, l'operazione si fa più complessa: diventa cioé totale l'identificazione fra superficie fisica del supporto ed evidenza ottica della dimensione aperta operativamente; cosicché è il punto di partenza e non più il punto d'arrivo dell'atto operativo ad essere portato al centro del quadro, creando uno spartiacque dal quale si dirigono verso l'alto e verso il basso due campi di azione ormai tesi a una dimensione geometricamente indeterminata. Il rigore dell'operazione è testimoniato dalla programmatica diversificazione non soltanto più geometrica ma qualitativa dei campi stessi: nella materia e nel segno. Vale a dire che Conterosito ci propone ora le due ipotesi di lavoro di cui abbiamo parlato, l'istintuale e la razionale, o, se si preferisce, la dinamica e la strutturale, come serie alternative piuttosto che come compresenze in senso empirico. La ricerca dell'unità  non è cioé attuata mediante la fusione (che in questo caso diverrebbe confusione) ma suggerita, anche materialmente, dall'equilibrio delle partizioni.
Segno fraccia
Conterosito - "Segno francia" - (Acrilico su tela cm 110 x 110)
Abbiamo cercato di suggerir la possibile analisi di uno, non dell'unico, dei tempi presenti nell'opera di questo artista, certo assai più complessa di quanto non possa suggerire un discorso, per ragioni di spazio inevitabilmente riduttivo. Ma non bisognerà trascurare il ruolo che una certa scelta di gamma cromatica quella prevalenza dell'accordo fra colori caldi, del rosso e dei bruni scuri, ha, nel conferire alla pittura di Conterosito un senso di concretezza e, persine, di suggestione drammatica. Da questo punto di vista l'evoluzione del colore, dalle cose giovanili in cui prevaleva il contrasto dei rossi e dei turchini, a quelle attuali ove sono scomparse le gamme fredde, sembra accennare a un processo di progressiva concentrazione operativa sull'identità fra colore e materia, una materia che deve avere la plasmabilità dell'argilla o del bitume per ricevere, non snaturandosi, il gesto che ne scava la traccia segnica dell'intervento diretto. In una parola: nell'arte di Conterosito, architettura dell'oggetto operato e dinamismo dell'atto operativo nascono da una medesima matrice e si integrano vicendevolmente. Abbiamo sino ad ora parlato come se un quadro di questo pittore consentisse una lettura isolata, che lo renda avulso dall'insieme delle altre opere, dalle sequenze e dalle alternanze dei vari spunti tematici.
Descrizione: Quota
Conterosito - "Quota 1,2,3" (acrilico su tela cm 125x170)
La cosa è, in certo senso, legittima, perché indubbiamente ogni opera di Conterosito è in sé conchiusa e autonoma. Ma è facile rendersi conto, tuttavia, che l'insistenza su taluni costanti e la loro iterazione non ha nulla di accidentale e che questi quadri si ordinano spontaneamente in possibilità seriali non stabilite « a priori » dal pittore, ma suggerite dalla stessa logica interna del processo che le ha generate, e che possono consentire al fruitore non meno che all'operatore una indeterminata possibilità di disporle in un ordine spontaneo e imprevedibile. E' un'operazione da compiere, almeno mentalmente, perché solo attraverso di essa si verifica la libera necessità sempre implicita in ogni produzione organicamente creativa. Verifica che l'opera di Conterosito ci par sopportare con l'esito più felice per la serietà  di costruzione e per la libertà  di invenzione che ad essa presiedono.
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Albino Galvano  (Torino 1975)
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