ARTE e aRTE
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La MOSTRA 22/4/2017
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CONTATTO
Fontana Marcel Duchamp (replica)
'Fontana' Marcel Duchamp (replica)  


=  ANDARE VERSO: Dove, come e perche'
Ho letto tante affermazioni a proposito di cio' che sia o non sia arte.
L
' operatore o pittore (evito il termine artista), il gallerista/mercante, il visitatore occasionale e il visitatore/collezionista, soggettivamente e con motivazioni suggerite dal ruolo, formulano valutazioni diverse del medesimo oggetto che osservano. Un collezionista e uomo di cultura come Arturo Schwarz donando, generosamente, cinquecento lavori selezionati secondo una discrezionale e personale scelta, alla Galleria Nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma, contribuisce pesantemente a stabilire cosa sia Arte.
Premesso che:
a) ogni persona cerca conferma alle proprie convinzioni, opinioni e alle quali non
sia facile sottrarsi;
b) dopo Marcel Duchamp tutto diventa gi
a'  visto ma  bisogna, quando possibile per raccomandazione o per possibilita'  economiche, selezionare la collocazione opportuna per il proprio lavoro. Una installazione di biancheria stesa in un luogo non deputato rimanderebbe ad una massaia incauta. La stessa installazione in un salone della fondazione Prada di Milano, agli occhi del potenziale visitatore, assumerebbe valenza artistica.
L
'orinatoio capovolto da Duchamp diventa Fontana. "Opera" mai esposta in originale perche' rifiutata e andata persa. Pero' subito motivata sulla rivista Blind Man da Beatrice Wood che difende lo orinatoio quale opera d' arte spiegando il concetto di ready-made ne chiede la riabilitazione. Possiamo giustificare il gesto alla base dell'orinatoio capovolto come espressione opposta ad una societa  capace di produrre distruzione, siamo nel pieno della prima guerra mondiale, evidenziandone provocatoriamente le incolmabili contraddizioni.
Il ready-made e la conseguente risemantizzazione dell
' oggetto da utile e generico ad estetico, ma non unico. La scelta anarcoide ed ironica di Duchamp hanno spalancato le porte all' arte senza artista e gli orizzonti dell' arte concettuale.

Parole ben acconce giustificano tutto e il suo contrario. Affascina e convince quanto scritto da Arturo Schwarz a proposito de"La Sposa messa a nudo" in Marcel Duchamp (Einaudi, 1974); cosi come quanto scritto da Max Benze (Estetica- Bompiani 1974) per sostenere sostanzialmente che un'automobile poiche' utile e funzionale non potra' essere un'opera d'arte.
La cupola del Brunelleschi di SS. Maria del Fiore a Firenze,
essendo prima di tutto un'opera di ingegneria edile per riparare dalla pioggia i fedeli, si esclude che possa essere un'opera d'Arte?
Citando Dino Formaggio: "Arte e' tutto cio' che gli uomini chiamano arte". Aggiungerei che sia arte cio' che coloro che detengo lo status di artista definiscono arte. Duchamp avendo realizzato significative tele dipinte prima del "Grande Vetro", aveva acquisito conoscenze importanti e lo status di artista che gli hanno consentito di risemantizzare un orinatoio, uno scola bottiglie, un cerchione (perche' mancante di camera d'aria e copertone) di bicicletta per imporvi lo status di opere d'arte. Un critico, un poeta, uno scrittore possono raccontare o scrivere un'affascinante e convincente motivazione letteraria intorno ad un comunissimo oggetto elevandolo ad opera d'arte anche senza "l'artista".
Giulio Carlo Argan sbaglia quando definisce artista colui che riesce a calare in un oggetto quel plus trascende l'uso quotidiano per cui l'oggetto e' stato concepito, progettato e realizzato?

Nell'anno scolastico 1973/74, giovane insegnante al liceo artistico, avevo molte e forse soltanto certezze. Ricordo che a proposito dell'attentato di Piazza della Loggia a Brescia (maggio 1974) ho spinto gli studenti a realizzare dei lavori ingrandendo fotografie dell'evento pubblicate dai giornali e aggiungendo pochi interventi grafici con vernice rossa. Erano lavori tecnologicamente avanzati (uso delle fotografia prese dai giornali) e concettuali.

A settanta anni compiuti, ho molti dubbi e confesso che certe opere di arte contemporanea,  mi sembrano delle speculazioni commerciali (vedere come operano le fondazioni) e, peggio, delle prese per i fondelli. La ricerca della originalita' ad ogni costo non sempre e' valenza artistica. Spesso abbiamo l'dea senza costrutto.  "La Sposa messa a nudo" di Marcel Duchamp la possiamo raccontare come una vetrata, ma la realizzazione su un vetro fragile rimanda alla caducita', alla provvisoriet dell'opera per sottrarla al mercantilismo borghese dell'arte e fino al ready-made come arte senza Artista ma tutti artisti.

Enrico Baj nel suo libro: "L'ecologia dell'arte" (Abscondita 2013) riporta che: La giuria internazionale supinamente accetta di dare il gran premio della Biennale (Venezia 1964) a Rauschenberg perche' cosi si aveva da fare. Ma quando il verbale era gia' steso e il premio deliberato, ci si accorse che entro il recinto della Biennale non era esposta neanche un'opera di Rauschenberg, che la si dovette di corsa e in gran segreto recuperare e mettere in mostra nel padiglione americano. Per la biennale veneziana del 1964 venne individuato un gruppo di artisti le cui opere avrebbero dato piena testimonianza del modello artistico culturale americano, fondato sulla libera iniziativa e sulla soggettivita' creativa, in netta opposizione al modello collettivistico sovietico che rischiava di imporsi in Europa. Non sono anti ma gli americani vinta la guerra militarmente hanno voluto  vincere anche culturalmente.  Un forte sostenitore dell'operazione segreta fu Nelson Rockfeller, uno dei principali magnati dell'economia americana e Presidente del Moma (Museum of Modern Art) di New York. Nel consiglio di amministrazione del Moma sedevano, tra gli altri,  Hay Whitney del Whitney Museum o Henry Luce proprietario del maggior impero editoriale americano (la moglie, Clara Booth Luce era in quegli anni ambasciatrice in Italia).


Con gli impressionisti, sparito il committente, si crea il mercato dell'arte gestito e dettato dalle gallerie e gli americani dopo il 1964, fecero ancora meglio/peggio. Ogni potentato economico e/o culturale puo' sostenere chi vuole indipendentemente dal merito fino ai disegnatori col sangue o con la merda (Doherty). Jeffrey Koons, conosciuto come Jeff Koons il piu' pagato. L'artista statunitense, ex marito di Cicciolina, noto per le sue opere kitsch (cattivo gusto) che vorrebbero illustrare ironicamente l'american way of life (il modo di vivere americano) e la sua tendenza al consumismo. In realta' le gigantesche dimensioni delle opere, ne fanno il monumento, la celebrazione, come Donatello con il suo monumento equestre in bronzo collocato nella piazza del Santo a Padova celebra il Gattamelata (1446 / 1453). Tempi oscuri quando il denaro, le potenze economiche e militari guidano la cultura e le  coscienze .




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"La Sposa messa a nudo dai suoi scapoli" M. Duchamp
BALLOON DOG (BLUE) - Jeff Koons
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